La bicicletta rubata (per gli amanti della lingua, italiana stavolta)


In Olanda di biciclette ce ne sono tantissime. Più di una per persona, anzi più di una per ogni abitante del paese, circa 23 milioni su 17 milioni di persone. Quante ne avevo io? A quel tempo stavo studiando e non avevo tanti soldi. Di conseguenza avevo solamente una bicicletta.
Ciò nonostante avevo l’abitudine di lasciare la mia bicicletta senza chiuderla, quando facevo delle spese. Non mi piaceva doverla chiudere a chiave ogni volta che entravo in un negozio. Non se ne parlava neppure di mettere il catenaccio per legare la bicicletta ad un palo. In fin dei conti c’era sempre il vetro del negozio per buttare un occhio dall’ interno, sopratutto alla bicicletta.
L’occasione, però, fa l’uomo ladro. Un uomo stava molto vicino alla bici. Lo vidi con la coda dell’occhio. Naturalmente corsi fuori a grande velocità. Ma vidi il ladro solamente di spalle. Fortunamente avevo già corso qualche maratona, ma, purtroppo, non riusci a raggiungerlo.

Un ragazzo con la bicicletta voleva aiutarmi e gettarsi all’inseguimento. Comunque stava mettendo troppo tempo ad aprire la serratura della sua bicicletta, appoggiata al muro. Intanto vedevo la direzione che il ladro stava prendendo. Dal suo atteggiamento di riprendersi un po’ sulla mia bicicletta avevo l’impressione che lui non sarebbe andato molto lontano.
Magari avrei potuto ritrovare la mia bicicletta. Tornato a casa, presi la bicicletta di mia moglie Martina e cominciai a cercare nelle strade vicine alla nostra casa. Non dovetti cercare per molto tempo. Ad un angolo di una strada mi veniva il dubbio di continuare diritto o girare a destra. Ma, quando vidi una grande quantità di biciclette di fronte ad una casa poco distante, decisi: dovevo prendere la strada a destra. La bicicletta era davanti alla casa del ladro, però era chiusa con la serratatura attaccato alla bicicletta alla ruota posteriore. Pensai che la proprietà fosse proprio il furto e me la portai via sulle spalle. Mi ricordai che l’altra chiave era a casa mia. Da allora l’ho usata molte volte per chiudere e preservare il bottino.
Adesso ho tre biciclette: quella di cui ho parlato e che ho preservato per tanti anni. La uso per fare le spese in città. ‘E una bicicletta da passeggio, con solo tre marcie, di cui ne funziona ancora solamente una. Un’altra, che è una vecchia bicicletta da corsa, con la leva del cambio ancora sul tubo diagonale e non incorporata nei manubri come usuale nei modelli moderni, tecnologicamente più avanzati, e con i ‘toe clips’ per usare con le scarpe normale. E la terza, la più moderna, è una cosidetta ‘ibrida’, versione high tech con più di 25 marcie, però con il peso piuttosto grande se paragonata alle biciclette da corsa. Questa è per i giri più lunghi nella campagna, dove spesso ci sono strade battute da percorrere e le gomme devono essere più spesse per non essere bucate.
Ma la bicicletta favorita è ancora quella che ho ripreso dal ladro. E non solo per questa ragione. Adesso questa bicicletta ha più di 33 anni, giusto quanto ci siamo conosciuti io e mia moglie Martina. Infatti, l’ho comprata nuova di zecca dopo che mi fu rubata un’ altra mia bicicletta di seconda mano. Era una delle prime sere che Martina ed io siamo usciti assieme a ballare in un club nel centro della nostra città di Utrecht. Quando, la notta tardi, siamo tornati al posto dove io avevo lasciato quella vecchia bicicletta, risultava rubata. L’ho sostituita con una nuova, adesso abbastanza vecchia. Però questa qui non me la ruberanno mai. Giusto come non mi ruberanno mai Martina.

Poco tempo fa tornavo da fare le spese a piedi sul mercato. Aspettai ritrovare la mia antica biciletta nel posto dove l’avevo sicuramente lasciata, con la serratura a catena fissata alla ringhiera di ferro sul ponte. Niente bicicletta!
Che incubo! Fortunatamente il commerciante al banco di fiori al angolo sapevo come la mia bicicletta fosse sparita. La polizia rimuove bici in certi posti. Di recente avevano messo un cartello stradale al altro angolo con il divieto di mettere biciclette sul ponte. Ovviamente non l’avevo visto. Dovevo tornare al posto municipale dove la polizia trasporta le biciclette prese da loro. Dopo la mia spiegazione la signora al posto municipale capí quanto quella bicicletta valeva per me. Dovevo pagare una multa ma l’incubo era stato effimera, il significato del possesso ancora una lunga storia condivisa con Martina.

(versione in base a 'Fiets gestolen')


Twitter Facebook LinkedIn Volgen



Selectieve verontwaardiging

Forens

Leeftijdsdiscriminatie

Navalny 3

Wraak of vergelding. Israƫl en de Palestijnen